Questa mattina, mercoledì 12 giugno, la Polizia di Stato di Varese, supportata dalle unità cinofile della Questura di Milano e dalle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Milano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Varese su richiesta della Procura della Repubblica di Varese. L’ordinanza riguarda dieci cittadini albanesi, accusati di traffico di sostanze stupefacenti a Varese e provincia.
L’indagine della Squadra Mobile è iniziata nell’autunno del 2023, quando la sezione antidroga, sempre attiva nel contrastare anche il microspaccio di stupefacenti nella loro area di competenza, ha ricevuto una segnalazione sulla presenza di un pusher albanese specializzato nella consegna a domicilio di dosi di cocaina.
L’analisi approfondita delle poche informazioni disponibili ha permesso di rintracciarlo con la sua auto, consentendo al contempo di sequestrare diverse dosi di droga destinate ai suoi clienti.
L’indagine ha subito un’accelerazione pochi giorni dopo, quando, in seguito a un incidente che aveva coinvolto il veicolo del pusher, è intervenuto in suo aiuto un albanese già noto per il suo ruolo di rilievo nel traffico di droga nella provincia.
Durante il proseguimento delle indagini, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Varese, sono stati scoperti appartamenti e garage intestati a terzi compiacenti ma di fatto riconducibili all’uomo e a suo fratello. Al termine dell’inchiesta, i due sono stati identificati come gli organizzatori del traffico illecito.
Il modus operandi adottato dai due fratelli prevedeva l’arrivo in Italia di giovani connazionali con regolare visto turistico. A questi giovani venivano fornite auto intestate fittiziamente, droga, cellulari e abitazioni, e ricevevano 5 € per ogni dose venduta. Inoltre, per evitare che le diverse Forze dell’Ordine presenti sul territorio potessero intercettarli e identificare tutti gli acquirenti tramite i loro cellulari, avevano organizzato in un appartamento una vera e propria “sala operativa”. Qui, uno dei giovani, senza mai uscire di casa, riceveva tutte le richieste di droga tramite WhatsApp e le inoltrava, complete di indirizzi, ai pusher sulla strada attraverso altre piattaforme social più anonime.
Parallelamente, i fratelli avevano orchestrato il trasferimento di grandi quantità di droga fuori provincia. Si avvalevano sempre di connazionali come autisti, utilizzando auto con doppi fondi, realizzati ad arte da un membro del gruppo criminale dedicato esclusivamente alla “preparazione” dei vari veicoli, all’interno di un ampio ma anonimo garage sotterraneo situato in questa provincia.
Nel corso di un’operazione durata circa sei mesi, sono stati arrestati due membri del gruppo di spacciatori e sequestrati 1 chilogrammo di cocaina e 4 chilogrammi di hashish, in parte già suddivisi in centinaia di dosi singole. I sequestri sono avvenuti anche all’interno di aree boschive, dove i pusher nascondevano la droga pronta per la distribuzione, per averla a disposizione senza rischiare di essere trovati in possesso di troppe dosi durante i controlli di polizia.
Inoltre, sono stati deferiti in stato di libertà ulteriori 5 soggetti, i cui comportamenti hanno agevolato l’organizzazione nel commettere i delitti sopra descritti, intestandosi autovetture da mettere a disposizione del gruppo criminale, e pronti a denunciarne il furto nel caso in cui le stesse fossero state “bruciate” a seguito di controlli delle Forze di Polizia. In un caso, infatti, a seguito di un controllo, una vettura è stata abbandonata con all’interno circa 3 kg di hashish.
Recentemente è stato rivelato che il gruppo, ogni volta che uno dei loro spacciatori veniva arrestato dalle Forze dell’Ordine, lo rimandava immediatamente in Albania per non compromettere l’operatività dell’organizzazione, sostituendolo con un nuovo connazionale reclutato sempre nei Balcani.
L’indagine ha rivelato che i due fratelli operavano con queste modalità dal 2021, e che il loro giro d’affari superava le 1000 dosi di droga vendute ogni mese a un costo medio di 50 euro ciascuna.
Durante l’operazione sono stati sequestrati circa 50.000 euro in contanti, ritenuti proventi di attività illecite, 7,4 kg di marijuana e 6 pistole. È stato inoltre arrestato in flagranza di reato un individuo, inizialmente soggetto soltanto a una perquisizione delegata come mero indagato.